Come è possibile spiegare la presenza di stigmate nei santi?


Come è possibile spiegare la presenza di stigmate nei santi?

Raffigurazione stigmate
Come è possibile spiegare la presenza di stigmate nei santi?

Le stigmate sono piaghe che, secondo la teologia cattolica, compaiono sul corpo di persone particolarmente devote in prossimità dei punti in cui sono state inflitte le ferite a Gesù Cristo.

Le persone in cui si manifestano sarebbero talmente partecipi della passione di Cristo da riportarne addirittura i segni fisici. In realtà, tra le presunte stigmate rivendicate, quelle riconosciute dalla Chiesa sono molto poche, e su nessun soggetto sono stati effettuati studi medici approfonditi.

Il caso più recente e più noto è quello di Padre Pio da Pietrelcina. Sul monaco cappuccino, proclamato Santo nel 2002, all’inizio anche la Chiesa nutriva dei dubbi, che si concretizzarono nel 1923 quando, a seguito di un’indagine del Santo Uffizio, la Chiesa dichiarò che le stigmate non avevano origine soprannaturale. Negli anni Venti, il medico Agostino Gemelli, appartenente all’ordine dei francescani, aveva attribuito l’origine delle ferite del cappuccino ad autolesionismo per cause isteriche.





Secondo le ultime scoperte dello storico Sergio Luzzatto, inoltre, pare che il Santo abbia acquistato acido fenico e veratrina, due sostanze fortemente caustiche, per procurarsi le ferite. In generale, al di là dei casi di isteria, autolesionismo e di deliberati impostori, la medicina considera le presunte stigmate disturbi, spesso di natura dermatologica, che rientrano in una normale spiegazione scientifica.

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