Come si ricavano i derivati del petrolio?
Nell’impianto di raffineria il greggio, cioè così come è stato estratto dai pozzi, viene lavorato fino a separare le varie sostanze che lo compongono. Prima sono eliminati acqua, sali, gas e solidi in sospensione, poi in un forno ad altissime temperature il petrolio diventa vapore che viene spinto nella torre di frazionamento. Qui i gas, salendo verso l’alto, passano attraverso dei piatti forati e si raffreddano.
A seconda della temperatura che incontrano, le diverse frazioni di idrocarburi che compongono il petrolio si condensano, ritornano allo stato liquido e, ricadendo, si depositano sul piatto. Così, per esempio, nel punto più basso e caldo si condensano lubrificanti e bitumi, fra i 350°C e i 250°C il gasolio, tra i 250°C e 160°C il kerosene, tra i 160°C e i 70% la nafta e tra i 70°C e i 20°C le benzine. A 20% rimangono però allo stato gassoso, metano, propano e butano. Il tutto viene poi avviato alle successive lavorazioni per ottenere prodotti commerciali.