È vero che nel Prodotto interno lordo italiano si calcolano anche gli affari illeciti?


È vero che nel Prodotto interno lordo italiano si calcolano anche gli affari illeciti?

Gli affari illeciti nel prodotto interno lordo
È vero che nel Prodotto interno lordo italiano si calcolano anche gli affari illeciti?

È una novità del 2014. Nei calcoli del 2014 per il Prodotto interno lordo del 2011 sono state inserite valutazioni relative anche alla ricchezza generata da attività criminali.

Il PIL si forma calcolando il valore di beni e servizi prodotti in un certo lasso di tempo da un Paese. In Italia se ne occupa l’Istat, con un lavoro che coinvolge cento persone e prima di arrivare al risultato finale genera quasi 90mila numeri intermedi.

I dati da cui si parte sono i bilanci ufficiali delle aziende italiane più i dati sulle altre attività come quelle finanziarie e bancarie, quelle agricole, quelle relative alle professioni, i bilanci delle amministrazioni pubbliche.

E da un po’ di tempo viene addizionata una stima delle attività non dichiarate. Nuove regole europee (il Sec 2010 d, 2013) hanno stabilito che nel calcolo del Prodotto interno lordo vada ora inserito anche il “fatturato” delle aziende criminali.



Per questo nel 2011 l’Istat ha cominciato a ricalcolare il PIL del 2011 aggiungendovi i dati stimati dei ricavi degli affari illeciti.

Una cifra complessiva di 15,5 miliardi euro, pari allo 0,9 percento del PIL costituiti soprattutto dai 10,5 miliardi derivanti dal traffico e commercio di droga e dai 3,5 miliardi legati allo sfruttamento della prostituzione.

Si tiene conto anche del contrabbando di sigarette e alcolici. Con queste aggiunte, il PIL dell’Italia nel 2011 risulta quindi ammontare a 1638,9 miliardi di euro.

PIL, Prodotto interno lordo, affari illeciti, attività illegali, attività non dichiarate, economia illegale.

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