Perché i coccodrilli non si sono estinti insieme agli altri rettili preistorici?
Comparso per la prima volta sulla Terra attorno a 200 milioni di anni fa il coccodrillo, malgrado la sua mole di tutto rispetto (quello marino raggiunge i 7 metri ed è il rettile esistente più grande al mondo), è riuscito a sopravvivere alla grande estinzione di massa che 65 milioni di anni fa decretò la fine dei dinosauri rimanendo, pressoché, invariato.
Il segreto del successo di questo animale è racchiuso nel suo corpo perfettamente adattato all’ambiente in cui vive. II coccodrillo, infatti, ha un palato secondario che divide le vie aeree dalla bocca e può controllare il livello di galleggiamento come fosse un sofisticato sottomarino.
Mentre si immerge una seconda palpebra scende a proteggere i suoi occhi, garantendogli una vista subacquea, e la spessa corazza con piastre ossee lo rende invulnerabile.
Le forti mascelle rivestite da numerosi denti robusti e conici gli consentono di afferrare prede di grandi dimensioni, trascinarle in acqua e strappare loro la carne dalle ossa. Anche la sua tecnica di caccia si è rivelata ottimale: resta immobile per ore ma di colpo, con una potenza e una velocità inimmaginabili, si lancia nella direzione della preda lasciandole difficilmente scampo.
Nei periodi Giurassico e Cretaceo vivevano comunque forme oggi estinte, alcune con pinna caudale e arti modificati in natatoie e altri giganti come il fobosuco che poteva raggiungere i 18 metri di lunghezza.