Cos’è la sindrome di hikikomori?
La sindrome di Hikikomori è una condizione che spinge il soggetto che ne è affetto a ritirarsi dal mondo chiudendosi in se stesso e in spazi chiusi e limitati, come la propria camera.
Il significato di hikikomori in giapponese vuol dire appunto “stare in disparte“. La sindrome culturale è stata individuata nella seconda metà degli anni Ottanta in Giappone dove è tanto diffusa da aver spinto il governo a predisporne una definizione ufficiale.
Gli scienziati ancora stanno cercandone le cause esatte, che potrebbero essere legate a fattori sociali, come l’eccessiva pressione competitiva, e culturali, come il tipo di modello familiare più diffuso in Giappone, con un padre che tende ad essere assente.
I sintomi principali degli hikikomori sono l’assenza di relazione con gli altri, i lunghi sonni diurni, il tempo trascorso a guardare la televisione, essere connesso sul web e giocare ai videogiochi, specialmente la notte e spesso per più di 10 o 11 ore.
Proprio il legame con il web e i videogiochi è la caratteristica più forte della trasposizione di questa sindrome nei Paesi occidentali a partire dagli anni Duemila.
In Europa e negli Stati Uniti questo comportamento infatti è riferito soprattutto ad adolescenti che dedicano completamente la loro attenzione al mondo virtuale a discapito di quello reale, restando costantemente connessi utilizzando identità fittizie, e non riuscendo a interrompere la pratica di videogiochi.
Quando questi ragazzi sono comunque costretti ad uscire, ad esempio per la scuola, mostrano distacco e indolenza verso il mondo reale che non riconoscono come loro.