Come si misura la distanza delle stelle?
Calcolare a che distanza si trova una stella è un’operazione abbastanza complessa, ma fondamentale per verificare alcune delle leggi che regolano l’universo nel suo insieme.
Esistono diverse possibili tecniche. Per gli astri più vicini, cioè distanti dalla Terra fino a 250-300 anni luce, si utilizza il sistema della parallasse: è un metodo geometrico che sfrutta lo spostamento apparente nel cielo che si rileva in una stella quando se ne misura la posizione in due osservazioni fatte a un intervallo di 6 mesi l’una dall’altra.
Per distanze maggiori, invece, si sfruttano determinate proprietà fisiche delle stelle. Per esempio si individuano le cosiddette “candele standard”, ovvero categorie di astri omogenei di cui si conosce con precisione la quantità di luce emessa (un po’ come fosse una lampadina di cui si conosce la potenza).
Quando si vuole misurare la distanza dalla Terra di una stella “simile” a una candela standard, se ne misura la luminosità apparente (cioè la luminosità così come appare dalla Terra) e la si confronta a quella (rea- le) della stella di riferimento.
In questo modo si possono effettuare misure anche per stelle lontane centinaia di milioni di anni luce, quindi molto al di fuori della Via Lattea. Più oltre, si ricorre al metodo del red-shift, che consente di risalire alla distanza di una stella (o meglio, della galassia che la ospita) misurando la variazione dello spettro della sua luce (in particolare, lo “spostamento verso il rosso”) causato dall’espansione dell’universo.
