Come si giudicano i tuffi?
Non è affatto una procedura semplice. Tanto per cominciare, a giudicare un tuffo, sono schierati a bordo vasca da un minimo di 5 a un massimo di 11 giudici. Il loro numero dipende dal tipo di gara: con tuffi “normali” sono da 5 o 7, mentre con quelli sincronizzati (due tuffatori che formano una squadra devono eseguire contemporaneamente lo stesso tuffo) sono da 9 o 11.
Ogni giudice fornisce un voto complessivo da 0 a 10 (compresi i mezzi punti), che valuta l’esecuzione del tuffo in cinque fasi fondamentali: l’avvicinamento al trampolino o alla piattaforma, lo stacco (elevazione), il decollo, l’esecuzione tecnica nella fase di volo e l’entrata in acqua.
Il giudizio è a discrezione di ogni giudice, ma sempre in base a una griglia che stabilisce un punteggio minimo e uno massimo per ciascun livello di esecuzione. Ad esempio, un tuffo del tutto sbagliato meriterà 0, mentre uno soddisfacente avrà un punteggio che va da 5 e 6; un tuffo molto buono potrà meritare da 8,5 a 10 punti.
Ogni tuffo è associato a un grado (o coefficiente) di difficoltà: si tratta di un valore numerico basato su una complicata formula matematica che tiene conto di diversi fattori, quali l’avvicinamento, il numero di salti mortali e di avvitamenti, la posizione in volo e quella in entrata.
Il tuffo, per esempio, può essere teso, carpiato, raggruppato o libero; e il corpo deve entrare in acqua generalmente in verticale, con le punte tese, sollevando meno schizzi possibili. Finalmente, al termine di ogni tuffo, ogni giudice dà il proprio punteggio: quello più alto e quello più basso sono scartati, mentre gli altri restanti sono sommati fra loro.
La somma ottenuta è poi moltiplicata per il grado di difficoltà: il risultato è a sua volta moltiplicato per 0,6. Ed ecco che il tuffatore con il punteggio totale più alto, dopo un numero determinato di tuffi, sarà il vincitore.