Bruciare rifiuti può essere una scelta ecologica?


Bruciare rifiuti può essere una scelta ecologica?

Bruciare rifiuti può essere una scelta ecologica?
Bruciare rifiuti può essere una scelta ecologica?

È meglio della discarica ma meno ecologico della raccolta differenziata. Lo smaltimento dei rifiuti attraverso la combustione ad alta temperatura all’interno di impianti detti termovalorizzatori è una scelta controversa e dibattuta.

Da un lato, infatti, riduce l’accumulo di materiale e genera calore e, quindi, energia riutilizzabile, dall’altro però produce gas, ceneri, polveri e fanghi residui che devono essere smaltiti come rifiuti speciali altamente tossici.

Per questo, in genere, nel nostro Paese l’impianto di termovalorizzazione è visto come una minaccia alla salute. Tuttavia, studi medici a riguardo non confermano questo timore e in altri paesi europei, gli impianti di termovalorizzazione si trovano persino all’interno di grandi città come Vienna, Parigi, Amsterdam e Monaco dove sono ben accettati dalla popolazione.



La Danimarca è il paese che più ricorre all’uso degli inceneritori con il 60 per cento dei suoi rifiuti inceneriti. In Italia, sono operanti una cinquantina di impianti di cui oltre il 60 per cento si trova al nord, in particolare in Lombardia ed Emilia Romagna.

Secondo i dati dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel 2011 sono stati inceneriti circa 5,8 milioni di tonnellate di rifiuti di cui quasi 2,8 milioni di rifiuti urbani (il 17 per cento del totale di rifiuti urbani prodotti).

Tuttavia, parte dei rifiuti adatti a essere inceneriti (rifiuti solidi urbani e alcuni rifiuti speciali) viene mandata ai termovalorizzatori esteri con conseguenti spese e consumi per il trasporto e rinunciando così all’energia prodotta dalla combustione.

Secondo l’APAT (Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici), la termovalorizzazione dovrebbe coprire la quota che la raccolta differenziata non può raggiungere per limiti tecnici, cioè il 40-50 per cento, mentre oggi, nel nostro Paese solo il 20 per cento dei rifiuti viene incenerito e il 34 per cento riciclato, valori lontani da quelli auspicati dall’UE.

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