È vero che le mani robotiche riconoscono la consistenza degli oggetti?
LifeHand 2 è il nome della prima mano bionica sensibile che si muove rispondendo agli impulsi del cervello e che gli restituisce una sensazione simile al tatto: in questo modo il paziente al quale viene impiantata riesce a percepire consistenza e forma degli oggetti e, conseguentemente, a esercitare la giusta forza nella loro manipolazione.
La protesi è nata da un progetto internazionale al quale hanno preso parte la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma, il Campus Bio-Medico di Roma e l’Istituto IMTEK dell’Università di Friburgo. Il primo uomo ad averla sperimentata, con risultati entusiasmanti, è stato il danese Dennis Aabo Sorensen, che aveva subito l’amputazione della mano sinistra nel 2004, a causa dello scoppio di un petardo. Dennis, al quale in precedenza era stata applicata una semplice protesi estetica, si è mostrato bendisposto a sottoporsi al delicato e lungo intervento per la sperimentazione provvisoria di LifeHand 2, che ha determinato risultati strepitosi.
In appena otto giorni di esercizi Dennis è stato capace di riconoscere la consistenza degli oggetti in oltre il 78 per cento delle prese effettuate, proprio come se stesse utilizzando la sua mano naturale; inoltre, nell’88 per cento dei casi, è riuscito anche a definire forme e dimensioni degli oggetti senza guardarli. LifeHand 2, frutto di un lavoro durato decenni che ha visto coniugate conoscenze sul funzionamento dei nervi e ricerche avanzate della biorobotica, è solo un punto di partenza per il prosieguo degli studi e per lo sviluppo di altre protesi sensibili permanenti, simili agli arti naturali.