Quali tipi di inquinanti vengono ritrovati nei fiumi?
Le principali cause di inquinamento idrico possono avere origine domestica, agricola o industriale e provocano effetti negativi differenti sull’ecosistema. L’inquinamento batteriologico (i cosiddetti colibatteri tra cui i noti Escherichia coli, Enterobacter e Citrobacter), per esempio, deriva da materiale organico proveniente dalle fogne, dagli allevamenti, dalle concerie e dalle aziende agricole, e può causare malattie come il colera e la salmonellosi nonché un impoverimento di ossigeno dell’acqua.
Pesticidi, fertilizzanti e altre sostanze chimiche, invece, possono provocare effetti nocivi immediati e acuti oppure entrare nel ciclo dell’acqua determinando sul medio e lungo periodo notevoli alterazioni dei corpi idrici e della qualità delle acque, piogge acide, ecc. I famigerati DDT e i PCB (bifenili policlorurati), sostanze presenti un tempo nei pesticidi e oggi messi al bando ma ancora “in circolo” nell’ambiente, non vengono degradati e subiscono un processo detto di “magnificazione biologica”, cioè “scalano” la catena alimentare passando dai vegetali agli animali erbivori sino ai predatori nei quali si riscontra un maggior accumulo ed effetto tossico.
Infatti, così come i metalli pesanti (piombo, cadmio e mercurio) e gli EDC (Endocrine Disruptive Compounds), sostanze che derivano dalla decomposizione di molti prodotti di uso comune e industriale (plastica e fitofarmaci), essi si accumulano nei tessuti degli organismi, particolarmente in quelli ricchi di grassi. L’inquinamento di tipo industriale, infine, comprende sostanze chimiche come gli acidi e gli alcali, il cloro, l’ammoniaca, l’idrogeno solforato, i metalli pesanti e gli idrocarburi.