Dove è nato l’Homo sapiens?

I capostipiti di Homo sapiens sono comparsi in Africa circa 200 mila anni fa, una data di 70 mila anni precedente a quanto ritenuto fino a tempi recenti. Alcuni anni fa, ritrovamenti archeologici nella valle del fiume Omo in Etiopia hanno portato a fissare questa data di origine per la specie dell’uomo anatomicamente moderno.
Ipotesi confermata adesso da uno studio genetico su larga scala che ha portato anche altre innovative scoperte. La ricerca coordinata dall’Università di Roma la Sapienza in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata e l’AncestryDNA di Provo, nell’Utah (Stati Uniti), ha affrontato uno studio genetico sul cromosoma maschile Y e la distribuzione geografica delle varianti in esso contenute.
Con una tecnica innovativa chiamata next-generation sequencing i ricercatori, hanno sequenziato circa 1,5 milioni di basi del cromosoma Y in 68 individui maschi non imparentati e scelti come rappresentativi delle linee di discendenza paterne più antiche. Questo ha permesso di individuare 2.368 varianti geniche. L’analisi di questi dati ha consentito di stabilire in duecentomila anni l’età di Homo sapiens, ma ha anche suggerito agli studiosi altre due ipotesi.
La prima è che Homo sapiens potrebbe essere comparso per la prima volta non nell’Africa orientale, come comunemente ritenuto, ma in quella centro-occidentale, sebbene qui non siano state ancora rinvenute controprove archeologiche.
Il secondo punto riguarda il fatto che i Sapiens sarebbero usciti dall’Africa prima del previsto, 100mila anni fa invece di 60mila. E sarebbero passati nella Penisola arabica, la quale secondo la nuova teoria genica non avrebbe costituito solo una tappa di passaggio, ma sarebbe stata invece la sede di un lungo periodo di mutazione. Qui potrebbe essere anche avvenuto l’evento che ha dato origine, in tempi successivi, a tutta la diversità genetica del cromosoma Y osservata oggi al di fuori dei continente africano.