È vero che certi odori stimolano a fare acquisti?
Le nuove frontiere delle tecniche di vendita si stanno concentrando su come coinvolgere i sensi per stimolare i clienti ad acquistare.
Il marketing olfattivo è un campo nuovo ma già praticato in molti negozi.
E non è detto che l’odore debba essere direttamente collegato alla merce esposta. Secondo una ricerca francese, per esempio, in un ristorante l’odore di lavanda è assai più stimolante per i clienti di quello del cioccolato, che invece ha spinto a non abbuffarsi troppo.
La lavanda funziona anche con lo shopping, dove risultano stimolanti anche gli aromi di limone, pompelmo, menta, rosmarino, tè verde, ambra, mela e cannella.
Migliore di tutti (per il commerciante) sarebbe il profumo di vaniglia: ha effetti rassicuranti, spingendo a spendere più a cuor leggero.
Gli studi infatti sostengono che un elemento importante di questi buoni odori deve essere la semplicità, forse perché – sostengono i ricercatori del Washington State University College of Business e dell’Università svizzera di San Gallo – la mente si libera dai pensieri e si focalizza sui prodotti.
Per gli scienziati i profumi più semplici da elaborare per l’olfatto alleggeriscono l’attività mentale, così che la mente è portata ad aumentare le compere.
Inoltre il processo di acquisto è prevalentemente irrazionale, e siccome gli odori evocano emozioni e ricordi, l’olfatto può avere un potere di convincimento superiore agli altri sensi.