È vero che i vichinghi hanno scoperto l’America?
Si, almeno uno dei loro villaggi, Anse aux Meadows, è stato trovato dagli archeologi in Canada. Ma ci sarebbero tracce di luoghi di incontro commerciale tra i vichinghi e i nativi americani in diverse zone del Nord Atlantico.
Le saghe vichinghe raccontano la storia dei figli di Eric il Rosso: essi visitarono l’America, vi fondarono delle colonie, e uno di loro vi morì. Nelle saghe quelle terre vengono chiamate Vinland (terra del vino” o “dei prati”), Helluland (terra delle pietre piatte”) e Markland (“terra delle foreste”), e corrisponderebbero a Terranova, Baffin e Labrador.
È a Terranova che si trova il sito di Anse aux Meadows, dove negli anni Sessanta gli archeologi hanno rinvenuto tre grandi sale e varie capanne di zolle erbose, costruite alla maniera vichinga, con chiodi di ferro, tracce di fusioni, lampade di tipo norvegese medievale.
Il villaggio vichingo risale intorno all’anno Mille, e i coloni sarebbero stati circa una novantina. In seguito presso l’isola di Ellesmere furono trovati rivetti di ferro e oggetti che sembrano venire da un relitto vichingo.
Molto di recente l’archeologa canadese Patricia Sutherland, analizzando piccoli oggetti sparsi nei musei artici, ha ricostruito la possibilità di individuare altri quattro insediamenti vichinghi, Willows Island, Nunguvik, Avayalik Islands e Valle di Tanfield, dove ha avviato scavi archeologici in quella che ritiene una stazione commerciale nella quale i navigatori nordeuropei scambiavano merci con gli indiani Dorset.
Trai ritrovamenti ampi edifici in pietra, coti per affilare lame che hanno conservato tracce di rame e di bronzo (assenti in America), un palco di renna intagliato con due volti molto diversi (forse uno eschimese e uno vichingo), resti di topi, arrivati probabilmente a bordo delle navi scandinave.
