Correre per lunghe distanze rende più intelligenti?

Sì. Secondo uno studio (svolto sui topi) pubblicato su Cell metabolism ipotizza che chi corre lunghe distanze abbia una memoria migliore e apprenda più facilmente.
L’energia utile ai muscoli e al cervello sarebbe infatti controllata da un’unica proteina, chiamata ERRy (estrogen-related receptor gamma, recettore gamma correlato agli estrogeni), che aiuta ad aumentare l’afflusso di sangue ai muscoli, a convertire il grasso in energia ed è presente anche nel cervello.
In particolare si troverebbe nell’ippocampo dove, anziché il grasso, brucia lo zucchero. Studiando le cavie, i ricercatori si sono resi conto che chi di loro aveva meno quantità di questa proteina era più lento nell’apprendere.
Nonostante la vista, il movimento e l’equilibrio dei roditori fossero nella norma, è stato infatti rilevato che avevano più difficoltà nell’imparare a nuotare attraverso un labirinto acquatico e ricordavano meno il percorso nelle prove successive rispetto alle cavie con livelli normali di ERRy . L’ipotesi è dunque che un diverso livello di ERRy possa essere significativo per lo sviluppo delle abilità cognitive anche degli essere umani.