La Torre di Babele è esistita veramente?
Si, era la ziqqurat di Babilonia, cioè il tempio piramidale che svettava, sull’antica capitale mesopotamica. Il racconto biblico prende spunto da questa realtà storica per raccontare un mito di altro genere con finalità educative e religiose.
Nel Libro della Genesi, nella Bibbia, si narra di come gli uomini volessero costruire un edificio per scalare il cielo; allora Dio, per punirli della loro superbia, diede origine alla divisione delle lingue, in modo che la specie umana precipitasse nella confusione. Gli Ebrei furono deportati in Babilonia da Nabucodonosor nel VI secolo a.C., proprio negli anni in cui fervevano i lavori per restaurare e completare la ziqqurat, cui assistettero e probabilmente parteciparono.
Ma la vera Torre di Babele, cioè la piramide babilonese, aveva un significato diverso da quello che ispirò il racconto biblico. Nel vasto complesso sacro dedicato al dio cittadino Marduk si ergeva la ziqqurat di Babilonia, chiamata Etemenanki (“casa del fondamento del cielo e della terra”), vale a dire la torre di sette gradoni sulla cui vetta si trovava il tempio alto di Marduk.
La torre rappresentava una specie di scala che secondo i babilonesi doveva servire al dio per scendere dal cielo, recandosi a risiedere nel cuore della potente capitale sulle rive dell’Eufrate. La costruzione della ziqqurat iniziò probabilmente al tempo del re Hammurabi (XVIII secolo a.C.), ma fu completata mille anni dopo dal sovrano caldeo Nabucodonosor, nel VI secolo avanti Cristo.
Con quest’ultimo la torre raggiunse i 90 metri di base per 90 di altezza. La torre più antica doveva avere scale perpendicolari come nel modello numero, mentre forse l’ultima ricostruzione seguiva il modello assiro, con la scala a spirale che è rimasta impressa nell’immaginario successivo.
In cima c’era un tempio di Marduk che doveva servire come luogo di sosta durante la discesa sulla Terra. Tra varie fasi di distruzioni e di ricostruzioni, oggi della Torre di Babele restano solo fondamenta distrutte.