Come sono spiegabili scientificamente le esperienze di pre-morte?


Come sono spiegabili scientificamente le esperienze di pre-morte?

Come sono spiegabili scientificamente le esperienze di "pre-morte"?
Come sono spiegabili scientificamente le esperienze di “pre-morte”?

Se si è sopravvissuti a un arresto cardiaco, è possibile aver avuto la sensazione apparentemente paranormale di trovarsi fuori dal proprio corpo e fluttuare osservandosi inermi dall’alto, di percorrere un lungo tunnel buio in fondo al quale vi è una forte luce, o di incontrare parenti o conoscenti deceduti.

Tutte queste situazioni vengono percepite in modo particolarmente vivido dal paziente, che sarebbe disposto a scommettere sulla loro concretezza. Finora, queste esperienze sono state considerate la prova dell’esistenza di una realtà oltre la morte, perché si pensava che durante la morte clinica, insieme al cuore e al sistema circolatorio, anche il cervello cessasse ogni sua attività.



Uno studio condotto da un team di ricercatori della University of Michigan ha invece trovato, per la prima volta, una spiegazione su base neurologica di questo strano fenomeno. Monitorando l’attività cerebrale di 9 ratti anestetizzati, proprio nei momenti in cui andavano incontro a un arresto cardiaco, gli scienziati hanno potuto registrare tramite un elettroencefalogramma che per 30 secondi dopo l’arresto cardiaco il cervello non solo dava ancora segni di attività, ma questa attività era addirittura maggiore che nello stato di veglia.

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