Com’è nata la chemioterapia?
La chemioterapia fu scoperta grazie agli studi condotti sugli effetti collaterali di un bombardamento: il 2 dicembre 1943 gli aerei tedeschi che attaccarono il porto di Bari colpirono la nave John Harvey, che segretamente conteneva 15 mila bombe chimiche.
La storia della chemioterapia
L’iprite dispersa nell’acqua e nell’aria causò migliaia di vittime. Il tenente medico inglese Stewart Francis Alexander fu inviato a prendersi cura dei sopravvissuti e si mise a raccogliere campioni biologici legati a quel tragico evento. Così si accorse che i danni erano stati causati da agenti chimici, ma notò anche che l’esposizione al gas aveva avuto un effetto rilevante sul funzionamento del midollo osseo e aveva bloccato la replicazione di alcuni tipi di cellule e in particolare dei globuli bianchi.
Louis Goodman e Alfred Gilman
Sulla base di questa scoperta, nel 1946 gli americani Louis Goodman e Alfred Gilman avviarono studi che li portarono a sperimentare farmacia base di mostarda azotata (il composto base dell’iprite) da iniettare in vena, dal momento che non era possibile procedere all’esposizione diretta dei pazienti al gas che aveva effetti vescicanti e spesso mortali.
Le prime sperimentazioni
L’équipe di Goodman somministrò il farmaco sperimentale a sei pazienti affetti da linfoma maligno: i primi risultati non furono eccellenti, con diversi decessi, ma intanto si era avviato il cammino della chemioterapia, mirata alla distruzione delle cellule patologiche, specialmente quelle cancerogene.