Il veleno di alcuni animali può diventare un farmaco?
Secondo diversi studi, in un prossimo futuro il veleno di rettili e altre animali tossici potrà curare molte persone. Se oggi il veleno di serpente uccide ancora circa 100mila individui all’anno, già da metà del secolo scorso è stato dimostrato, infatti, che esso produce anche importanti molecole con effetto curativo sull’organismo umano.
Il medico inglese Hugh Alistair Reid nel 1960 dimostrò, tra i primi, che il veleno di vipera della Malesia poteva essere usato contro malattie del sangue agendo come anticoagulante. E negli anni a seguire i successi di cure con il veleno hanno riguardato diverse patologie croniche, allergie, infiammazioni, problemi del metabolismo o agli occhi e gravi malattie neurologiche come la sclerosi multipla.
Recentemente, per esempio, si sta studiando una cura per le arterie partendo dal veleno del taipan, il serpente più letale al mondo. Ma non solo serpenti, all’Università britannica di Exeter hanno dimostrato che il veleno delle api contiene sostanze attive nel ridurre e alleviare i dolori articolari, una scoperta che ha dato il via a un vero boom di “ape terapia” soprattutto in Cina, dove già si utilizza il veleno della scolopendra come antidolorifico.
All’Università australiana del Queensland, invece. si sta sperimentando una cura per il cancro partendo da una miscela di veleno estratto dai ragni dell’isola Fraser Le molecole contenute nei veleni di questi invertebrati agiscono colpendo determinati bersagli e i ricercatori sperano che tra questi possano esserci le cellule tumorali.
Proprietà anticancerogene sembra averle anche il veleno degli scorpioni tanto che a Cuba è stato prodotto un presunto farmaco che dicono essere miracoloso. Ma la cosa deve essere ancora provata al mondo scientifico.
Per il diabete, invece, benefici sono stati ottenuti dal veleno del mostro di Gila, una grossa lucertola centroamericana.