Come fanno a localizzare l’epicentro di un terremoto?
Dopo pochi secondi dallo scatenarsi di un terremoto, generalmente si è in grado di localizzare il punto in cui si è verificato, chiamato epicentro. Per determinarlo si sfrutta la diversa velocità con la quale si propagano le onde P (onde sussultorie) e le onde S (onde ondulatorie) che si producono con ogni sisma.
Queste si diffondono con velocità diverse nella crosta terrestre: le onde P sono più veloci, le onde S meno. Là dove è attivo un sismografo, i due tipi di onde vengono registrati in momenti differenti, che sono tanto più distanziati quanto lontano è il sismografo dall’epicentro.
Attraverso formule matematiche o un apposito grafico, è quindi possibile risalire alla distanza tra il sismografo stesso e l’epicentro, e tracciare su una mappa un cerchio al cui centro starà la sede del sismografo e sulla cui circonferenza il punto in cui è avvenuto il terremoto.
Per identificare il punto esatto sono necessarie però tre circonferenze, prodotte da altrettanti sismografi posti in luoghi diversi. Il punto di incontro delle tre circonferenze localizza l’epicentro. Poiché tali operazioni sono gestite da computer, oggi l’individuazione di quel punto avviene in tempi brevissimi.