La neve artificiale è ecologica?
Negli ultimi anni, in più occasioni, ha salvato la stagione sciistica in diverse località: è la neve artificiale che viene prodotta in mancanza di neve naturale da appositi impianti detti innevatori. Questi apparecchi, in condizioni di assenza di vento e temperature al di sotto di -3°C (in genere -6°, -7°C), non fanno altro che ripetere a una velocità maggiore ciò che avviene in natura nebulizzando l’acqua in uscita che gela a contatto con l’aria fredda.
La neve così prodotta è quindi praticamente identica a quella vera tranne per il fatto di avere una densità maggiore (le particelle sono più compatte). In passato, talvolta, venivano utilizzati additivi chimici per favorire la formazione dei nuclei di congelamento ma oggi non più, perché considerati inquinanti. Tuttavia, il consumo d’acqua, il rumore prodotto modifiche all’ambiente naturale non fanno della neve artificiale una pratica che possa definirsi ecologica.
Per ovviare ad alcuni di questi problemi, recentemente un ingegnere trentino ha progettato una macchina che funziona a energia solare e che, senza richiedere additivi, è in grado di produrre neve anche a diversi gradi sopra lo 0 (addirittura a 15° in presenza di umidità al 90 per cento) sfruttando il punto triplo dell’acqua (per ogni sostanza esiste un valore di temperatura, detto punto triplo, in corrispondenza de quale coesistono, in reciproco equilibrio, i tre stati: solido, liquido e gassoso). Un altro piccolo passo verso una neve veramente “green”.
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